mercoledì 14 agosto 2013

Trio Quater, figlio così bello (e sfortunato?)


Mi sento un po' come quei genitori che si trovano ad amare incondizionatamente il figlio geniale e sfortunato (... che magari mai si chiarirà, fino in fondo, quale fosse il reale confine della sua genialità...e quale quello della sua sfortuna....oddio....sfortuna peraltro limitata al fatto che si tratta di un gruppo ambizioso che ha suonato generalmente poco.., non certo relativa al "prodotto finito" che "ci innamorò" da subito, profondamente ed incondizionatamente).

Progetto ambizioso, che ha visto cambiare protagonisti ed ha vissuto separazioni emotivamente dolorose e entusiastiche nuove assunzioni.

E che sempre ha avuto, di base, l'ambiziosissimo progetto (cui tuttora tengo moltissimo) di tenere viva la grande canzone d'autore italiana, i cui protagonisti o sono morti materialmente o artisticamente o, come l'amato (e molto suonato) Fossati, sono ritirati a vita privata.
Grandi canzoni, anche del repertorio femminile, riarrangiate per coerenza con i mezzi a disposizione...

(PS: per sfogo, comodità e libidine, il Trio Quater ha una piccola sezione di blues, che ciclicamente ritorna, sotto le mentite spoglie di "blues affair" o di "rumble asses"....ma queste sono altre storie, delle quali si racconterà....)