domenica 26 aprile 2015

TRIO QUATER CHANNEL: il "Progetto Pino"....! (live from momby town: video)


Sempre di progetti minori si tratta....di cose piccole piccole, fatte per farle, per divertirsi e, soprattutto, per dare un senso compiuto, in qualche modo progettuale, a questo meraviglioso hobby che a volte prendiamo con una serietà e una meticolosità che forse neanche il lavoro...........

Insomma, cercando terreni comuni e progetti che potessero avere un senso ed unire tutte le sensibilità del gruppo, da buoni anziani l'occhio è caduto sui manifesti da morto (o guardi i treni o quelli, per tradizione.....), ed il dolore musicale dell'anno porta un nome prima di tutti gli altri: Pino Daniele.

L'abbiamo amato alla follia, l'abbiamo imparato, suonato, capito. L'abbiamo acquistato anche quando ciò appariva come un "pizzo affettivo", i dischi erano brutti e inutili, e dentro bruciava una delusione che solo in parte veniva ammessa ed esplicitata.
Negli ultimi anni, certo per mercato e non (solo?) per amore, anche Pino è tornato sulle sue vecchie cose, con gli amici delle vecchie band.

Ecco: noi amiamo quel Pino lì. Quello che va dal 1978 a metà degli anni '80. Quello che scriveva in "partenopeo e parte americano" (per citare Arbore...), quello sfacciato e autoironico, quello dello sbrano blues mescolato genialmente a tutto il clima mediterraneo possibile.

Ci piace, esattamente come per il Bennato di allora, quella Napoli (e in generale quel Sud) che faceva dell'autoironia la propria forza (quell'autoironia che ha lasciato spazio tragicomico alla autoreferenzialità imbronciata, al "velecantoio", o, peggio, al facciamo una canzonaccia gorgheggiata e urlata che non sfigura in un banchetto di nozze di camorra e tutti possono cantarla in coro).

Ecco, se questo Sud è un presente tanto univoco ed invasivo quanto da dimenticare (veloce), ed ha le facce che tutti sappiamo, quel Sud là era invece genio puro, e s'è del tutto perso.
E non ci dispiace l'idea di riesumarlo, simbolicamente e con giusto sforzo linguistico, dalle nebbie padane.

Ovviamente tramutandolo, trioquaterizzandolo, omaggiandolo con una voce come la mia così radicalmente lontana, come timbro, dall'originale.

Dunque, nessun tributo e probabilmente nessun live, ma l'innamorato omaggio di un gruppo di Fratelli Musici di Provincia.

Quella che carico è una piccolissima traccia filmata dalle prove. Tutto è ancora provvisorio (si parte dagli arrangiamenti originali, e si ricama.....).
Ma quando tutto questo sarà pronto, sarà un disco. Un piccolo grande disco per gli amici e poco altro.

Suonare per suonare, come sempre.

Baci