I momenti di "stanca" live portano a riflessioni.....
Riflessioni sulla propria età in combinato disposto col concetto di ruocchenrollo, riflessioni su come sono ridotti la musica ed i locali e, queste inedite, riflessioni su quanto interessa, davvero, la musica live alla gente.
Tutto nasce da più elementi: le date che scarseggiano oltre ogni logica e statistica, gli amici professionisti che in rete pubblicizzano molti meno eventi che solo un anno fa (fiiguriamoci prima...), e un clima di "scazzo" generale che attraversa un po' tutti gli animalassi chitarrosi da palcoscenico che conosco....
Ma c'è anche la ciliegina sulla torta: un amico che lavora in un locale (uno di quelli ove abbiamo suonato ben più di una volta), mi raccontava, giorni fa, che all'atto della prenotazione parecchie persone chiedono della musica dal vivo. Ma non per sapere se c'è, o chi c'è.......(rullo di tamburi)......: per sincerarsi che NON ci sia. Pena la prenotazione in altro locale ove venga rigorosamente garantito un silenzio, una radio d'immondizie preferibilmente italiche o, al meglio, una tivvù muta o poco più su un rassicurante bidone di solite facce.
In più proviamo a guardare facebook, luogo di indagine sociologica come nessun altro: sotto una certa età nessuno linka musica, o se lo fa linka cose di consumo di durata inferiore ad una sigaretta.
Insomma, doppia citazione: la musica è stanca, non ce la fa più, oppure, se preferiamo, la musica è finita e gli amici se ne vanno.....
Noi con la musica siamo cresciuti, della musica ci siamo nutriti e ci nutriamo quotidianamente. Sulla musica non trattiamo, e non tratto: sia come persona che come gruppi.
Se non ci saranno palchi, ci saranno cantine, verande, stanzette, garage, cene con amici della giusta generazione. Un'opera di resistenza da ribelli, da orgogliosa minoranza.
Con la curiosità di poter misurare la veridicità del teorema dei cicli della storia, ma con la certezza che nessun tentennamento alberga in noi poveri bluesman rocchettari e chitarrosi della Bassa (e d'altrove).....
baci
Verissimo, ma ripeto che quello che mi inquieta di più è quest'aura di tremendo disinteresse, di consumo da snack, di intrattenimento puro lontanissimo dall'arte.
RispondiEliminaE' un momento difficilissimo, e temo irreversibile, a meno che, dal lato artistico, cambi (miracolosamente?) il senso della fruizione da parte del pubblico e, dal lato economico cambi.....praticamente il Paese....
....la vedo dura dura